Mario Parentela proviene da una famiglia di artisti.
Fatte salve le esperienze formative degli esordi, condotte sotto l’occhio vigile dello zio Guido, un esponente della pittura di tradizione, l’avvio della ricerca di Parentela nasce di fatto, a cavallo tra gli anni cinquanta e sessanta, sotto il segno dell’azzeramento della pittura materico-informale.

Attratto dalla lezione futurista, soprattutto dal gusto per la provocazione intelligente e per l’intreccio scrittura-pittura diventa come lo definisce Angelo Capasso: pittore e sperimentatore di linguaggi.

Il suo lavoro si inserisce pienamente nel contesto della ricerca artistica degli anni settanta, assumendo in sé un’epoca che ha rimesso in discussione lo status di opera d’arte, recuperando la dinamica delle avanguardie storiche su un momento storico ancora aperto sul presente.